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Luglio 16, 2025

CHE COSA FARE IN CASO DI INFILTRAZIONI D’ACQUA DAL TETTO

CHE COSA FARE IN CASO DI INFILTRAZIONI D’ACQUA DAL TETTO

da dviola / mercoledì, 19 Ottobre 2022 / Pubblicato il News

CHE COSA FARE IN CASO DI INFILTRAZIONI D’ACQUA DAL TETTO ?

Scarsa manutenzione, materiali che hanno fatto il loro tempo, successive installazioni di volumi tecnici, le forti piogge e i cicli di gelo-disgelo sono fra le principali cause del deterioramento delle coperture. Per ovviare a questi problemi che possono alla lunga anche indebolire le strutture è necessario procedere a un progetto di impermeabilizzazione affidandosi a soluzioni performanti e durature nel tempo.

Le infiltrazioni d’acqua dai tetti rappresentano una delle maggiori cause di deterioramento delle abitazioni. L’azione silenziosa e costante dell’acqua all’interno delle coperture che si propaga molto spesso anche nelle pareti verticali pone in risalto l’importanza di una corretta progettazione dell’impermeabilizzazione, la prima vera e propria barriera all’umidità. Le principali cause di questi problemi sono note e riguardano le piogge e i conseguenti ristagni d’acqua, l’azione dei raggi ultravioletti durante il periodo estivo, i cicli di gelo e di disgelo, l’inquinamento dell’aria soprattutto nelle grandi città, l’aggressione salina che caratterizza le zone in prossimità del mare, e così via.

CHE COSA FARE IN CASO DI INFILTRAZIONI D'ACQUA DAL TETTO

Il conseguente danneggiamento delle coperture che in molti casi hanno già affrontato per anni o vari fenomeni atmosferici, magari senza mai essere state oggetto di una attenta manutenzione, prevede l’intervento di operatori specializzati e, soprattutto, l’utilizzo di soluzioni altamente performanti che la moderna tecnologia oggi sa offrire per la soluzione di questi problemi. Soluzioni che, se davvero innovative, permettono di intervenire con successo senza dover rimuovere gli strati vecchi o ammalorati delle coperture esistenti, con grande risparmio di tempo, di risorse e, soprattutto, senza danneggiare in qualsiasi modo l’ambiente.

L’indagine sullo stato di conservazione delle coperture è quindi il primo passo per determinare non solo le zone di criticità, ma anche per stabilire le soluzioni specifiche per preservare e proteggere ogni parte del tetto. Un’analisi che, a monte, deve considerare come abbiamo sottolineato la posizione geografica della costruzione; quindi, i probabili sbalzi termici e le possibili condizioni atmosferiche che l’edificio dovrà affrontare durante l’anno. Ancora, soprattutto in tema di tetti piani, è necessario valutare con attenzione la destinazione d’uso, oltre alla presenza di impianti come pannelli solari, macchine per il raffreddamento degli interni sottostanti e comignoli, vere e proprie zone critiche per la continuità della protezione. Ancora, se è prevista una frequente pedonabilità, quindi se sul tetto saranno posizionati tavoli e sedie, quale tipo di finitura verrà posata, e così via.

Poiché l’obiettivo è quello di evitare che il tetto possa subire ulteriori infiltrazioni, prima della posa dell’impermeabilizzante si dovrà rendere perfettamente omogenea la superficie, e ciò sia nel caso della posa di membrane bituminose, sia se la scelta cade sulle membrane impermeabilizzanti liquide, particolarmente adatte queste ultime per proteggere perfettamente i tetti dove c’è la presenza di apparecchiature come più sopra indicato. 
Prima di procedere alla stesura dell’impermeabilizzante ci si dovrà assicurare che i supporti siano puliti e che non ci siano parti friabili – in questo caso l’intervento strutturale è necessario – distaccate, e non siano presenti sostanze estranee o che possano compromettere la perfetta aderenza. 
Nel caso di interventi direttamente sulla pavimentazione per ovviare alla presenza di buche, avvallamenti, o per altri casi che prevedano il ripristino strutturale, e per preparare correttamente il piano per la successiva posa degli impermeabilizzanti, è consigliato l’utilizzo di speciali malte studiate appositamente per la posa anche su superfici molto umide e a temperature estreme (per esempio da 0 a +45 gradi). Alcuni prodotti specifici possono addirittura essere applicati con spessori che variano da 2 a 20 millimetri anche in mano unica, per accelerare al massimo i tempi di intervento, che si riducono anche grazie ai brevissimi tempi di asciugatura.

La cultura dell’impermeabilizzazione si è da qualche anno arricchita sia con le nuove formulazioni, sia con la nascita dei “sistemi impermeabilizzanti” creati dai produttori più all’avanguardia. Si può parlare di soluzioni coordinate che, interagendo fra loro, riescono a garantire prestazioni complessive eccezionali per affidabilità e durata.
In caso di infiltrazione di acqua dal tetto, ma soprattutto per evitare che il problema in futuro si possa ripresentare, il nuovo impermeabilizzante dovrà anche consentire al tetto di traspirare, pur garantendo innanzitutto la necessaria resistenza alla controspinta, possibilmente fino a 4 atmosfere, e quindi la massima protezione, evitando così la formazione di muffe che, a lungo termine, potrebbero compromettere l’azione impermeabilizzante e danneggiare la pavimentazione, con gli inevitabili danni anche all’interno delle abitazioni.

CHE COSA FARE IN CASO DI INFILTRAZIONI D'ACQUA DAL TETTO

Una corretta impermeabilizzazione, soprattutto nelle zone dove l’umidità è molto presente, e quindi dove il rischio di infiltrazioni è maggiore, deve far considerare l’opportunità di proteggere la superficie anche dopo aver posato eventuali finiture, come ad esempio le ceramiche. In questi casi, un sostegno all’impermeabilizzazione viene da prodotti liquidi impermeabili, trasparenti e a bassa viscosità che sono in grado di proteggere ulteriormente il sottofondo, mantenendo inalterato il faccia a vista delle piastrelle. Quindi, una protezione che c’è ma non si vede, ma che al contempo consente di mantenere sempre come nuova la pavimentazione. Questi protettivi, infatti, sono a loro volta stabili ai cicli di gelo e disgelo.

Come è noto, l’impermeabilizzazione di un tetto per molti progettisti fa parte dell’intero sistema di coibentazione della casa. Infatti, è anche da questi importanti dettagli che viene determinato il grado di risparmio energetico globale che si riesce a determinare. Ma non solo: la sostenibilità ambientale sta diventando, soprattutto per la committenza privata, un valore importante. Qualora la scelta di impermeabilizzare il tetto cadesse sugli impermeabilizzanti liquidi, un concreto aiuto alla sostenibilità ambientale rende preferibili i prodotti a base acqua: non contengono solventi e quindi non sono nocivi né per l’uomo, né per l’ambiente. Inoltre, per il loro impiego non necessitano di primer perché già pronti all’uso e garantiscono ottime prestazioni di durabilità nel tempo.


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