
Come impermeabilizzare una vecchia membrana bituminosa danneggiata su un tetto piano ?
La corretta programmazione degli interventi di manutenzione dell’impermeabilizzazione dei tetti piani consente di mantenere efficace la protezione intervenendo minuziosamente nei diversi casi di ammaloramento del manto. L’utilizzo delle più innovative soluzioni come sigillanti adesivi senza solventi, paste livellanti, membrane bituminose a base acquosa e membrane liquide riflettenti è la strategia vincente per ottenere risultati garantiti e duraturi nel tempo.
Il tema della sostenibilità ambientale, fornito com’è di una vastissima quantità di accezioni, vede l’edilizia a uno dei primi posti per occasioni di virtuosità, basta saperle (e volerle) cogliere. Il caso della manutenzione dei tetti piani, generalmente impermeabilizzati con membrane bituminose, è fra i più eclatanti, perché la moderna tecnologia consente non solo di intervenire efficacemente sulle superfici ammalorate senza dover necessariamente rimuove (e quindi destinare alla discarica) il vecchio manto, ma è anche in grado, sostanzialmente regalando nuova vita alla vecchia copertura, di prevenire future problematiche. Risulta subito evidente che questa operazione – che certamente va affidata sia alla perizia di operai specializzati, sia a prodotti tecnologicamente avanzati – significhi risparmiare tempo e denaro, oltre che danni all’ambiente.
Al centro del progetto di recupero delle vecchie guaine c’è la verifica dello stato di conservazione della superficie e quindi della successiva preparazione dei sottofondi. Infatti, i nuovi prodotti impermeabilizzanti non si limitano alla protezione dall’acqua e dall’umidità ma nel caso di interventi di riparazione riescono anche a svolgere un’azione “restaurativa” e protettiva.
Venendo alle principali cause di degrado è opportuno ricordare che l’impermeabilizzazione di un tetto piano è messa costantemente a dura prova dalle escursioni termiche, che vengono anche definite “cicli di gelo – disgelo”, dall’azione del vento e della pioggia così come dei raggi ultravioletti. Nel tempo, le principali conseguenze di queste manifestazioni naturali vanno a compromettere il rivestimento e quindi la tenuta della protezione. Il risultato è la formazione di crepe e di fessurazioni che consentono all’acqua di svolgere la sua lenta ma inesorabile azione corrosiva.
Per rendersi conto di quanto possa rivelarsi pericolosa una scarsa manutenzione della superficie, basta verificare lo stato di quelli che sono considerati i punti più vulnerabili delle membrane, soprattutto se sono state posate con la fiamma. Fra questi, i punti di saldatura di testa e anche quelli laterali, dove l’azione dell’acqua, in particolar modo quella stagnante, che sovente è composta da elementi acidi, corrode il manto bituminoso. Avviene così che la saldature di staccano asciando spazio a crepe e buchi che procurano come effetto immediato la perdita della continuità e dell’uniformità dell’impermeabilizzazione.
È universalmente riconosciuto che una periodica manutenzione permette di intervenire tempestivamente per riparare le parti danneggiate, tramite interventi mirati. Quando, per esempio, si rende necessario ripristinare e al tempo stesso regolarizzare le pendenze dei supporti bituminosi, sia nel caso delle normali membrane bitume-polimero, sia di quelle ardesiate, è consigliata l’applicazione di una pasta livellante – esistono in commercio prodotti monocomponenti pronti all’uso e di semplice lavorabilità – composta di bitumi a base acqua.
Si tratta, come è facile immaginare, di soluzioni ad alto valore aggiunto che possono essere utilizzate anche per la realizzazione di gusce di raccordo sugli angoli parete-pavimento del tetto. Nel caso in cui si volesse procedere alla sigillatura dei giunti di sovrapposizione nella posa a freddo di membrane bitume polimero, è invece consigliato l’utilizzo di sigillanti adesivi a base di bitumi e di polimeri di altissima qualità.
Le moderne tecniche di intervento, in molti casi veri e propri “sistemi” completi che offrono garanzie e certificazioni a completo vantaggio sia degli applicatori che della committenza, offrono soluzioni molto performanti e quindi destinate a durare nel tempo. Sono prodotti a base acqua, quindi senza i dannosi solventi, formulati per garantire le massime prestazioni ma anche per tutelare la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Per la copertura delle vecchie membrane e il relativo rinnovamento della superficie dei tetti vengono per esempio oggi utilizzate membrane bituminose a emulsione acquosa molto elastiche, che resistono all’invecchiamento, ai cicli freddo-caldo, e si mantengono inalterate sia alle basse che alle alte temperature. Per quanto riguarda le membrane ardesiate, dove oltre a non dover alterare l’aspetto estetico del tetto è anche opportuno prevenire e limitare il distacco delle scaglie d’ardesia, vengono utilizzate speciali membrane liquide elastomeriche trasparenti e a base acqua che garantiscono la massima protezione per questo tipo di manto bituminoso.
E poiché non si fai mai troppo per la tutela dell’ambiente, sono già a disposizione degli operatori professionali prodotti a base acqua contenenti speciali cariche e additivi che permettono alla copertura di opporre una notevole barriera ai raggi infrarossi attraverso una efficace riflettività, senza perdere minimamente le loro proprietà di impermeabilità e di resistenza all’acqua, anche stagnante. Quando si progetta la manutenzione di un tetto piano è sempre una buona idea svolgere tutte le azioni che servono a limitare concretamente le spese energetiche di rinfrescamento degli edifici, soprattutto nei mesi più caldi, con prodotti riflettenti garantiti per durare nel tempo. Oggi si può.
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