COME IMPERMEABILIZZARE UN TETTO PIANO CALPESTABILE ?
Per proteggere la superficie di un tetto piano è opportuno affidarsi a sistemi di prodotti specifici che interagiscono coerentemente fra loro. L’innovazione tecnica offre soluzioni che trovano applicazione anche nelle condizioni più estreme, prodotti senza acqua e soprattutto senza solventi che rendono le superfici inattaccabili dagli agenti atmosferici e al tempo stesse robuste per favorire lo sfruttamento degli spazi per diverse attività.
I tetti piani, come le coperture in generale, sono la prima barriera alle intemperie: acqua piovana spesso acida, neve in inverno e sole cocente in estate, con i relativi cicli di gelo e disgelo, mettono a dura prova la stabilità delle superfici e l’integrità dei rivestimenti, siano essi calcestruzzo, ceramica o pietre naturali. Al tempo stesso, un tetto piano è qualche volta anche una opportunità per vivere pienamente la casa, utilizzandolo come luoghi di incontro, per esempio per trascorrere con gli amici piacevoli serate estive. Proteggerli e renderli pienamente sfruttabili è oggi possibile anche in fase di impermeabilizzazione, basta scegliere prodotti ma soprattutto sistemi impermeabilizzanti che, oltre a svolgere la loro azione protettiva nei confronti delle avversità meteorologiche e della conseguente propagazione dell’umidità, proteggano le superfici rendendole non solo tranquillamente calpestabili, ma anche perfettamente adatte al posizionamento di tavoli e sedie, anche fioriere, senza il timore di rovinare la superficie, senza intaccare quindi le prestazioni delle soluzioni impermeabilizzanti.
Per rendere possibile questo approccio altamente professionale alle soluzioni impermeabilizzanti, le tecniche più innovative mettono a disposizione dei progettisti prodotti e sistemi altamente performanti che garantiscono, oltre alla creazione di una perfetta barriera impermeabilizzante, anche altri risultati di eccellenza: permettono alla superficie di traspirare e, al tempo stesso, garantiscono una efficace resistenza alla controspinta, anche fino a 4 atmosfere. Inoltre, i prodotti più evoluti, quelli formulati con particolari polimeri che non contengono né acqua, né solventi, consentono un’applicazione anche su superfici umide o bagnate a temperature estreme da 0°C a +45°C, il che significa poter lavorare anche nei periodi invernali e in quelli estivi particolarmente caldi.
Più in generale, in tema di performance, i prodotti maggiormente innovativi possono offrire risultati decisamente brillanti. Per esempio, certe soluzioni garantiscono un’eccezionale rapidità di indurimento e un fuori pioggia a 0°C in sole cinque ore, e solo dopo due ore a una temperatura di 20°, riducendo sensibilmente le tempistiche del cantiere e contenendo così i costi. Possono essere applicati su massetti in calcestruzzo, anche non completamente stagionati (7 giorni a +15°C), pavimenti in ceramica con problemi di umidità in eccesso,metallo e addirittura anche su membrane bitume-polimero ossidate da almeno 180 giorni,anche ardesiate. Hanno una straordinaria temperatura d’esercizio (da -30 a +80 gradi) mettendo così al riparo la superficie da possibili shock termici, e resistono anche al ristagno d’acqua.
Una volta completato l’indurimento, il pavimento del tetto piano è resistente al calpestio e su sottofondi rigidi, come calcestruzzo e ceramica, permette il pieno utilizzo degli spazi per le più diverse attività.
Certi risultati, si diceva, si ottengono più facilmente prendendo in considerazione sistemi impermeabilizzanti avanzati, dove ogni componente svolge una funzione omogenea e coerente con tutti gli altri prodotti del sistema. Gli impermeabilizzanti diventano così anche protettivi e la resistenza agli agenti atmosferici, raggi ultravioletti compresi, e al passaggio anche frequente, è ancora più duratura. Non è inoltre insolito riscontrare in cantiere problemi come, per esempio, una incerta continuità della superficie da impermeabilizzare. Alcuni sistemi per ovviare a questo inconveniente propongono premiscelati cementizi monocomponenti a rapida asciugatura per riempire semplicemente e rapidamente i cosiddetti “vuoti” nelle superfici da impermeabilizzare. Infatti, i prodotti più avanzati, anche in condizioni di temperature estreme, e anche con superficie umida, dopo sole dodici ore consentono la stesura dell’impermeabilizzante.
I migliori sistemi impermeabilizzanti prevedono risposte precise anche nel caso di difficoltà nella preparazione della superficie da impermeabilizzare. Sui tetti piani dove sono collocati macchinari per il raffrescamento degli edifici, oppure comignoli, o dove sono presenti sulla superficie macchie o residui, soprattutto oleosi, di precedenti lavorazioni, viene consigliato l’utilizzo di promotori d’adesione epossidici bicomponenti ad alto peso specifico, che dopo l’eliminazione dello spessore inquinato, permettono il solido ripristino del volume prima della posa dell’impermeabilizzante. Anche in questo caso, si evitano costose lavorazioni e i tempi di intervento si riducono sensibilmente. In alcuni sistemi, per migliorare la resistenza al punzonamento, è anche possibile stendere protettivi impermeabili trasparenti a bassa viscosità che, molto apprezzati su superfici piastrellate, proteggono ulteriormente lasciando inalterato il faccia a vista delle superfici.